rosaturca | Sigillature - album di rosaturca
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Lo scritto del mare III
San Cataldo di Lecce. marzo 2016
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« Un dire che sta adeso alla cosa che dice… »
rosaturca
bologna. Febbraio 2014
"Sigillature" e tutte le immagini pubblicate negli album sono creazioni originali di rosaturca
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#giornopergiorno
Ci sono “testi” che non si accontentano di essere letti e interpretati. Intagli quotidiani nel vascello del tempo, matrici di quella lingua senza confini che produce in noi una conversione del vedere, del sentire, del pensare.
rosaturca
bologna. Maggio 2015
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Poco lontano
Poco lontano dai centri abitati superate anche le ultime periferie percorrendo strade che oggi non portano a niente, più lontano verso i dominii della luce sotto un cielo che sembra non finire mai, la terra abbandonata fiorisce da se stessa di mandorli, di bianche velature sui limitari di rovi. Fra i banchi mossi di roccia la terra, dissodata una volta tanto tempo fa ora ritorna selvaggia d’incolti. Sparse pietre d’inutili confini sono adesso disertate clausure e i cippi solitari di memorie perdute che assordano d’echi.
rosaturca
Terra d’Otranto. Febbraio – marzo 2015
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"Lo haikai è un'erba selvatica
lungo la strada della vita"
Matsuo Basho
Segnature di viaggio
Le sei di sera, attraversiamo l’Abruzzo. Siamo a metà del viaggio. Nel cielo scivola lentamente l’oscurità e le dorsali degli Appennini e le valli si accendono delle luci dei fanali. Incomincia adesso il tempo più rischioso alla guida dell’auto, quello dell’ipnosi del buio.
rosaturca
Autostrada Adriatica. Febbraio 2015
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Venerazione del mistero della Croce
[…]
S’apre a ogni sguardo
Nelle grotte che fa la pietra
Nelle profondità del
Tempo in cui
Le mani scivolano
Come per disertati sacelli
Sotto l’azzurro del cielo.
rosaturca
bologna. Settembre 2014
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Lo scritto del mare
[...]
Alcune spiagge abbandonate dell’Adriatico e i moti di risacca che fa il mare. Seguivo a piedi. Fermavo alcune fotografie, non sapevo perché. Lo sguardo attraverso la macchina fotografica mi isolava. Guardavo, non vedevo niente. Non guardavo più. Dopo un poco che si guarda, succede sempre dopo un poco, diventa come leggere lo scritto d’acque di sabbie di catrame.
rosaturca
bologna
agosto – settembre 2014
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Il ritorno di Ifigenia
Sbendata la fronte,
Sopra di lei è nuovamente il cielo azzurro di smalto.
Sola
Sopra l’altare. Abbandonata.
Tutto intorno la terra di pietra
Di fiori bianchi, riarsa e incolta.Nell’aria chiara sembra disciolto al sole
Forse il sogno di schiere di guerrieri in armi
Che cingevano della sua vita il corso.
Del loro ferro di morte
Risuona l’eco in questo vuoto sereno nei versi di cicale.rosaturca
Terra d’Otranto
luglio – settembre 2013
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Verso Nostra Signora De Finibus Terrae
[…] Quello che non potevo immaginare prima di partire, erano i cambiamenti che durante il viaggio si sarebbero avverati e con quali nuove prospettive per la mia vita avrei fatto ritorno.
rosaturca
Terra d’Otranto (LE). Estate 2012 - Primavera 2015
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[...]
E in quelle il muoversi
Animale
Di anime ancora senza identità:
Fra scorrere e apparire,
Fra permanenza e inanità.
rosaturca
bologna. Maggio 2013
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“Fonte dell’acqua è il mare, fonte del vento:
ché né potrebbesi entro le nubi <generar possa di vento
che via soffi> da dentro, senza il grande ponto*,
né correnti di fiumi né piovana acqua dell’e<tra**>,
ma è il grande ponto generator di nubi e venti
e fiumi.”
Senofane di Colofone
Frammento 30 secondo la raccolta H. Diels – W. Kranz, VI edizione. A cura di Alessandro Lami.
* Ponto, per gli antichi Greci era l'attuale Mar Nero.
** Etra (in greco "cielo sereno"), forse riferito al nome della moglie dello spartano Falanto, il cui pianto ininterrotto per la morte del marito generò la fondazione della città di Taranto.